Capriolo

Il capriolo (Capreolus capreolus, Linnaeus, 1758) è un ungulato che vive in Europa e Asia. Ha palchi corti, in genere con tre punte per lato nei soggetti adulti

Descrizione

Il capriolo è un cervide di piccole dimensioni, dal mantello fulvo in estate. La gola, le parti ventrali e la regione perianale, detta "specchio anale", sono bianche. La coda è cortissima e non emerge dal pelo: nella femmina c'è un ciuffo di peli color crema che ricopre l'apparato genitale, chiamato "falsa coda". Il maschio possiede piccoli palchi[1] con tre punte; questi cadono ogni anno, da ottobre a dicembre, e ricrescono alla fine dell'inverno. I palchi sono costituiti da tessuto osseo. Mangia diverse volte al giorno (dalle 8 alle 12 volte). In estate si nutre anche di notte. L'alimentazione consiste in: erbe diverse, corteccia, foglie, germogli di latifoglie, conifere e frutti. Un capriolo è lungo 90-130 cm, alla spalla è alto 55-77 cm. Pesa tra i 10 e i 27 kg.

Sottospecie

Ne sono note quattro sottospecie: C. capreolus capreolus, Linnaeus, 1758; C. capreolus caucasicus, Dinnik, 1910; C. capreolus canus, Miller, 1910; C. capreolus italicus Festa, 1925. È una sottospecie indigena dell'Italia centrale e meridionale con popolazioni frammentate presenti nella Maremma meridionale, nella Tenuta presidenziale di Castelporziano, nel Parco nazionale del Gran Sasso, nel Parco nazionale del Cilento, nel Gargano e sui Monti di Orsomarso in Calabria.

Distribuzione e habitat

Dimorfismo sessuale nei caprioli: il maschio è a sinistra, la femmina a destra. È diffuso in gran parte dell'Europa continentale e in Gran Bretagna, mentre è assente in Irlanda e nelle isole del Mediterraneo. In Italia si trova sulle Alpi e sugli Appennini. Questa specie si era fortemente rarefatta in Italia nel secolo XX a causa della caccia eccessiva e della forte deforestazione della pianura, collina e montagna permessa dalla prima legge forestale italiana (L. 3917/1877). A cominciare dagli ultimi decenni del secolo XX la specie ha ricolonizzato spontaneamente le Alpi e gli Appennini settentrionali, mentre negli Appennini centrali e meridionali si è diffusa grazie a numerose reintroduzioni in Parchi, Riserve e Foreste Demaniali. Nei primi decenni dell'XXI secolo si è assistito alla lenta ricolonizzazione dei boschi della Pianura Padana, in particolare di quelli nel Parco del Ticino, ma anche nei recenti rimboschimenti realizzati lungo il Po grazie ai contributi dell'Unione europea[5]. Alcuni esemplari della sottospecie tipica sono stati recentemente inseriti all'interno del Parco dei Nebrodi. Si tratta di esemplari provenienti dall'Emilia-Romagna e concentrati nella zona di Galati Mamertino, nell'ambito di un progetto di reintroduzione della specie. Il capriolo è diffuso in boschi aperti - in cui il sottobosco è fitto - e inframmezzati da radure e zone cespugliose, sia in pianura, anche dove questa è coltivata e pure dove l'agricoltura è intensiva, purché trovi boscaglie dove rifugiarsi. Si trova comunque anche in collina e in montagna, che nelle zone umide. Sulle Alpi lo si può osservare durante l'estate nei pascoli fino a 2400 m s.l.m., mentre in inverno tende a scendere progressivamente di quota con l'aumentare dello spessore della neve. Riesce a svernare anche oltre i 2000 m s.l.m. sfruttando le zone dove la neve viene erosa dal vento o dalle valanghe. Pascola normalmente anche a temperature inferiori a -20 °C. Nel 2010 si contavano in Europa almeno 15 milioni di capi adulti non italicus, di cui in Italia almeno 460.000, in aumento e in espansione[6]. Per la sottospecie italicus dell'Appennino centro-meridionale si stimano meno di 10.000 esemplari.

Comportamento

Testa di un capriolo maschio: si notino le ghiandole odorifere sotto gli occhi. In passato il capriolo veniva considerato un animale solitario, sebbene oggi si sappia che ha un comportamento sociale complesso e articolato. Infatti, mentre i maschi conducono per gran parte dell'anno un'esistenza solitaria (anche perché già alla fine dell'inverno tra di loro iniziano le dispute territoriali), le femmine spesso vivono riunite in branchi, composti da 3-7 individui, diretti da una femmina dominante. In tali branchi le gerarchie e i rapporti sociali sono ben definiti e strutturati. Il periodo degli amori va da metà luglio a fine agosto; il corteggiamento è costituito da una serie di inseguimenti della femmina da parte del maschio. La gestazione dura circa nove mesi e mezzo; l'ovulo, una volta fecondato, si impianta nell'utero materno e rimane quiescente fino a dicembre, quando riprende a svilupparsi. Questa caratteristica viene detta ovoimplantazione differita. Nel periodo che va dalla tarda primavera all'inizio dell'estate le femmine partoriscono, normalmente 1 o 2 piccoli, raramente tre, dal caratteristico mantello bruno fittamente maculato. Molto spesso, le femmine lasciano il cucciolo nascosto nell'erba alta, mentre loro vagano nei paraggi in cerca di cibo. Con l'arrivo dell'autunno, poi, anche i maschi si riuniscono ai branchi di femmine e spesso occupano un posto in fondo alla gerarchia. I giovani raggiungono la maturità sessuale all'età di circa 14 mesi. Può raggiungere un'età di 18 anni. Il capriolo è un animale timido e schivo: è preda di lupi, orsi e i suoi piccoli di linci, volpi, gatti selvatici, aquile, gufi reali, martore, sciacalli e cinghiali. Numerosi sono i bracconieri che lo cacciano in tutte le stagioni.

Galleria

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